Sul Venerdì di Repubblica odierno ampio reportage sulla Mediazione familiare con le interviste al nostro gruppo di lavoro: il direttore Nicola Boccola, le docenti del Master Sonia Lima Morais e Stella Squillace, la collaboratrice alla ricerca sul videofeedback Rita Gatto.
Citato l’Istituto HFC come centro di consulenza e formazione nell’ambito delle separazioni.
L’autrice dell’articolo, la scrittrice Giulia Villoresi, offre uno sguardo colto e sfata alcuni miti sulla mediazione. Ad esempio:
Succede che le coppie tornino insieme? I mediatori Aimef citano un solo caso: e probabilmente, sussurra qualcuno, «li rivedremo presto». No, non si prevede quel genere di lieto fine. Però può averne uno più struggente, per la sua indigeribile verità . Nicola Boccola la chiama «la rivelazione» e lo considera il più alto traguardo in una mediazione familiare: «quando uno dei due, o entrambi, improvvisamente accettano che l’altro gli è diventato estraneo, non gli appartiene più». Ciò che gli ex amanti non sopportano è tornare estranei – come se avessero solo sognato; e per impedirlo sono disposti a farsi molto male. Massimo della saggezza, dice un proverbio zen, è lasciare andare.
Spazio anche per gli approfondimenti:
Un capitolo a parte lo meriterebbero le coppie omosessuali. Come racconta Stella Squillace, avvocata e mediatrice familiare con una lunga esperienza di mediazione con genitori dello stesso sesso, «le crisi sono le stesse, ma con un aspetto più drammatico: qui il genitore biologico è solo uno, quindi, con la separazione, l’altro perde ogni diritto sui figli, creando situazioni di grande complessità e sofferenza. Non è un caso che la mediazione familiare, agli esordi, si sia diffusa proprio nella comunità omosessuale. Senza alcun riconoscimento giuridico, l’unico luogo dove gestire una separazione è la stanza della mediazione».
Nelle foto scattate dal Venerdì nella nostra sede: il momento di una mediazione, di una supervisione e il nostro contratto di adesione alla Mediazione.
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