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Gli incontri individuali in mediazione familiare




Sono discordanti le opinioni in merito alla opportunità che il mediatore tenga con i mediandi degli incontri individuali, o sessioni separate. Le valutazioni sul punto sono, in generale, molto influenzate dal modello di mediazione seguito.


Gli incontri individuali nei diversi modelli di mediazione familiare


Con riferimento a quelli che possono essere considerati i “modelli base” di mediazione possiamo constatare che:

  1. nella mediazione negoziale, focalizzata sulla negoziazione dell’interesse delle parti, senza particolare riguardo per l’aspetto emotivo, sociologico o giuridico, non sono previsti incontri individuali

  2. nella mediazione strutturata globale, in cui il percorso si divide in passaggi rigidi e viene preso in considerazione ogni aspetto legato alla separazione della coppia, lasciando le emozioni fuori dalla stanza di mediazione, le sessioni separate sono sconsigliate


Da questi modelli di mediazione base ne sono poi derivati diversi altri (familiare sistemico, relazionale simbolico, integrato, trasformativo, terapeutico, evolutivo, valutativo etc…), ciascuno dei quali ha una diversa considerazione di questo strumento.

Vediamone velocemente qualcuno per avere un quadro complessivo.

  1. Il modello familiare sistemico tiene conto dell’intero sistema familiare, con una lettura complessa delle dinamiche relazionali limitata al fine di arrivare a degli accordi. In questo contesto, le sessioni separate si tengono solo qualora appaiano effettivamente necessarie.

  2. Anche nel modello relazionale simbolico, in cui il passato e la storia della coppia sono limitati ad un primo momento, per poi dare spazio al presente e al futuro, gli incontri individuali sono previsti solo qualora il professionista percepisca un qualcosa di non esplicitato, che possa ostacolare la riuscita della mediazione.

  3. Nella mediazione integrata, in cui il percorso si adatta alle necessità della coppia, non ci sono regole valevoli in assoluto. È un modello parziale, dove vengono affrontati solo i problemi relativi all’affidamento dei figli e in cui l’intervento del mediatore è integrato da altre figure professionali. L’obiettivo è quello di ristabilire una buona comunicazione e definire gli accordi per continuare a fare i genitori. Gli incontri individuali possono essere effettuati all’inizio o in seguito, sempre se ritenuti necessari.

  4. La mediazione trasformativa, che si pone come obiettivo primario di trasformare le dinamiche relazionali nel conflitto anche per il futuro attraverso l’incoraggiamento dell’empowerment, prevede sempre una fase di colloqui individuali, condotti parallelamente con entrambe le parti, prima di passare all’incontro tra i mediandi.

  5. Lo stesso avviene, solitamente, nella mediazione terapeutica, che pone l’attenzione sugli aspetti emotivi-affettivi connessi alla vicenda separativa. Solitamente, nella fase valutativa della mediazione, sono previsti due colloqui individuali a testa e uno comune.

  6. Nel modello evolutivo, molto centrato sugli aspetti emotivo-relazionali del rapporto di coppia, gli incontri individuali sono, invece, uno strumento molto utilizzato durante tutto il percorso, non solo nella fase iniziale.

  7. Lo stesso è a dirsi per la mediazione valutativa, diretta a trovare una situazione di tipo globale e negoziale, dove l’accordo è l’obiettivo principale da raggiungere e ciò viene fatto anche grazie ai suggerimenti del mediatore, che ha un ruolo particolarmente attivo e direttivo. Ascoltare le parti in sedute separate e fare la spola tra i mediandi sono caratteristiche peculiari del modello


Si può quindi riscontrare una connessione tra gli aspetti su cui si focalizza ogni modello di mediazione e le tecniche utilizzate: una diretta proporzionalità tra l’attenzione agli aspetti psicologico-relazionali e l’utilizzo degli incontri individuali.

In altri termini sembrerebbe di poter individuare un certo pattern, per cui maggiore è il focus sugli aspetti psicologico-relazionali, maggiore è il favore con cui il modello di mediazione accoglie gli incontri individuali; passando da chi li ammette sempre, a chi li ammette solo nelle fasi iniziali ovvero in caso di necessità, a chi invece non ne prevede affatto l’utilizzo o comunque lo sconsiglia fortemente.

Peculiare è anche la circostanza che i modelli di mediazione che considerano le sessioni separate come un ordinario strumento di lavoro, non limitato ai primi incontri o ai casi di effettiva necessità, siano di fatto i più criticati:

  1. il modello evolutivo, perché presenterebbe dei confini troppo labili con la terapia

  2. il modello valutativo, perché farebbe assumere al mediatore un ruolo troppo invasivo e direttivo, tale da snaturarne, in parte, la funzione


Vantaggi degli incontri individuali


È opportuno precisare che, al fine di limitare il rischio che venga meno la figura del mediatore come soggetto imparziale, dovrà essere chiarito ai mediandi che ad entrambi sarà dedicato lo stesso tempo e che ciò che viene detto al mediatore potrà essere divulgato nel momento in cui si tornerà agli incontri congiunti.

In questa ottica e con queste premesse, gli incontri individuali possono essere un utile strumento che consente al mediando di sentirsi più libero di esprimersi, senza doversi costantemente confrontare con l’altro in conflitto, potendo dare così spazio alle proprie sensazioni e alla propria narrazione del conflitto stesso.


In tal modo, il mediando potrebbe sentirsi maggiormente ascoltato e riconosciuto, così che possa sentire meno l’esigenza anche nel futuro di farsi capire, giustificarsi, dimostrare la propria verità e di persuadere il mediatore, liberandosi così del ruolo nel quale si è presentato o nel quale è stato comunque confinato.


Ancora, può costituire un momento di raccoglimento che aiuta la parte a lavorare su stessa, senza doversi sempre occupare dell’altro, coadiuvandola nel concentrarsi non tanto per capire cosa l’altro dice, ma cosa sia realmente importante per sé, quali siano le cose veramente fondamentali che la hanno condotta al conflitto e, conseguentemente, aiutare anche il mediatore a capirlo, mediatore che può, allora, meglio concentrarsi sul riconoscimento della sensibilità e della emotività di ciascuna parte, consapevole del carattere non giudicante del suo intervento.


Inoltre, proprio perché tra le sue caratteristiche vi è quella di far sentire le persone maggiormente libere di esprimersi, la sessione separata può rivelarsi il setting ideale al fine di fare emergere situazioni di non mediabilità, come condizioni di violenza o patologiche (abuso di stupefacenti, alcol, gioco etc..) che non sempre sono agevolmente riconoscibili.

Infine, in momenti di forte tensione emotiva, gli incontri individuali costituiscono una battuta d’arresto, che potrebbe avere l’effetto benefico di orientare le parti e chiarire al mediatore tematiche che potrebbero condizionare o compromettere il buon esito della mediazione. In conclusione, questi incontri possono offrire alle parti uno spazio personale in cui esprimersi con maggiore libertà, con conseguenze positive non solo sul fronte emotivo, ma anche da un punto di vista pratico, in quanto possono rivelarsi un utile momento di approfondimento e chiarimento, tanto per i mediandi quanto per il mediatore.


Svantaggi degli incontri individuali


C’è però un rovescio della medaglia. Infatti, per quanto il mediatore possa essere attento ed accurato nell’informare le parti di cosa accade negli incontri individuali, del fatto che a ciascuno sarà riservato lo stesso spazio, che le informazioni saranno condivise, c’è il rischio che la sua imparzialità venga messa in discussione da ciascuna delle parti, da un duplice punto di vista.


Per un verso, infatti, è possibile che ciascuno dei mediandi investa il mediatore della insofferenza generata dal timore per quanto il coniuge in sua assenza possa dire e, sempre in parte riconnesso a questo tema, che possa insorgere nei mediandi il sospetto che il mediatore si trovi nella posizione privilegiata di sapere qualcosa che lui non sa.

È possibile, dunque, che il mediatore perda la fiducia da parte dei mediandi.


D’altro canto, è facile immaginare come ciascun confliggente ambisca ad avere il mediatore dalla propria parte; di fatto, entrambi cercano l’approvazione di tale figura professionale nel tentativo di giustificare le loro azioni e le reazioni. È molto forte, quindi, il rischio di tentativi di triangolazione, ai quali il mediatore deve prestare una grande attenzione al fine di non perdere, davvero o anche solo in apparenza, la propria neutralità.


In buona sostanza, gli incontri individuali rischiano di creare un disequilibrio nel ruolo di imparzialità del mediatore.

Va anche considerato che la scaletta prevista per gli incontri potrebbe involontariamente penalizzare l’uno o l’altro dei mediandi e, comunque, porli in posizione tra loro disallineata, visto che gli incontri individuali non potranno tenersi in contemporanea.


Ancora, i messaggi che vengono portati non hanno la stessa chiarezza di quelli diretti, con la conseguenza di un maggior rischio di fraintendimenti che potrebbero rallentare il percorso.

Infine, un abuso di questo strumento potrebbe far sì che la coppia si senta estranea al processo lasciando tutto il lavoro al mediatore.


È evidente dunque come gli incontri individuali abbiano numerose insidie, che rischiano di inficiare la neutralità del contesto in cui dovrebbe svolgersi la mediazione, vanificandone gli effetti.


Conclusioni


Ricordiamo, dunque, che la mediazione familiare è un percorso per la riorganizzazione delle relazioni familiari, in un contesto strutturato e tramite l’ausilio di un mediatore, ovvero di un soggetto neutrale ed imparziale, che deve riuscire a mantenere con le parti un rapporto di equivicinanza, nel senso che lo stesso deve riuscire a far percepire la sua imparzialità non come distanza, ma al contrario sviluppando un’empatia che agevoli la collaborazione, facendo sentire le parti comprese e capite.


Dato che è impossibile mettere tutti d’accordo, sembrerebbe essere più coerente con l’idea di mediazione e con la figura del mediatore familiare, per come rappresentati, considerare gli incontri individuali come una extrema ratio, dettata da esigenze che di volta in volta possono emergere.


Nella sostanza, i rischi che questo strumento presenta, suggeriscono di ricorrervi solo quando alcuni obiettivi del percorso di mediazione non riescano ad essere raggiunti altrimenti e, quindi, la contropartita sarebbe quella di rimanere bloccati in un’impasse che metta a rischio l’intero percorso, portandolo infine al fallimento.

Autrice: Caterina Naso (Avvocata e Mediatrice familiare). Email: caterina.naso@cnstudiolegale.com

(tratto da: Riflessioni in merito agli incontri individuali o sessioni separate nella mediazione familiare. Tesi Master Mediazione familiare e gestione dei conflitti, 2022)

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